La settimana di Passione è a Pasqua, perché allora parlarne nei giorni delle feste natalizie? E cosa c’entra l’aeroporto? C’entra, eccome se c’entra! E sono ben più di sette i giorni di Passione per chi ‘convive’ con l’Aeroporto Caravaggio, e vanno dall’Immacolata Concezione all’Epifania per chi non può permettersi le ferie invernali a Formentera. [continua]
Dicono che con l’aeroporto arrivano anche i turisti, ma val davvero la pena rovinare l’ambiente e la salute di decine di migliaia di persone per garantire una rendita economica di pochissimi e del tutto ininfluente rispetto alla ricchezza generata dal sistema produttivo provinciale? Quali sono i costi sociali ed umani a fronte di questi benefici economici modesti e a beneficio di pochissimi? C’è chiarezza e trasparenza sui dati sia dell’impatto economico sia di quello ambientale dell’aeroporto? È stata svolta una analisi PREVENTIVA dell’impatto ambientale dello sviluppo di una attività così impattante per l’ambiente? Tutte domande che al momento non hanno risposta: che si tratti di risposte scomode che nessuno vuole formulare? Eppure la cittadinanza, chi vive in questo territorio e paga le conseguenze di tale sviluppo, non avrebbe diritto ad esigerle?
Su questo fronte, l’insegnamento dell’Enciclica ‘Laudato sii’ di Papa Francesco è chiarissima ed emblematica. Ecco alcuni stralci significativi da tenere bene a mente in questi giorni di cristiane ricorrenze natalizie:
– (177) Dinnanzi alla possibilità di un utilizzo irresponsabile delle capacità umane, sono funzioni improrogabili di ogni Stato quelle di pianificare, coordinare, vigilare e sanzionare all’interno del proprio territorio.
Risponde alla definizione di ‘utilizzo responsabile delle capacità umane’ lo sviluppo di QUATTRO aeroporti (a Malpensa, Linate, Orio al Serio e Montichiari) in un raggio di 100 km? E che dire dello sviluppo di un aeroporto tra i tre più grandi del paese all’interno di una area urbana densamente popolata (come l’Aeroporto Internazionale Caravaggio, forse unico caso per proporzioni e prossimità a livello europeo) mentre aeroporti in aree più ‘compatibili’ in termini di tutela della salute pubblica come Montichiari restano largamente inutilizzate? Che senso ha lasciare tutto alle ‘leggi di mercato’ per cui la sola cosa che conta sono i profitti? Perché addirittura rinunciare alla tassa sul rumore, applicata in tutta l’Unione Europea e congelata in Lombardia, quando essa consentirebbe di ‘premiare’ chi meno inquina distribuendo risorse per l’ambiente? Perché lasciare che un aeroporto si sviluppi ben oltre i limiti autorizzati, incidendo così pericolosamente sul territorio abitato?
– (178) Il dramma di una politica focalizzata sui risultati immediati, sostenuta anche da popolazioni consumistiche, rende necessario produrre crescita a breve termine […].La miope costruzione del potere frena l’inserimento dell’agenda ambientale lungimirante all’interno dell’agenda pubblica dei governi.
Il tema è quello della grande enfasi al vero (o presunto, ma certamente mai dimostrato) impatto dell’aeroporto sul PIL provinciale e del totale disinteresse per le problematiche ambientali e di salute pubblica che tale impatto (presunto e mai dimostrato) produrrebbe. Questo vale anche per i media locali, che ignorano volutamente i dati ambientali, che se non sono del tutto ciechi hanno certamente ‘scelto’ di chiudere gli occhi per non vedere.
– (182) Le previsioni dell’impatto ambientale delle iniziative imprenditoriali e dei progetti richiede processi politici trasparenti e sottoposti al dialogo, mentre la corruzione che nasconde il vero impatto ambientale di un progetto in cambio di favori spesso porta ad accordi ambigui che sfuggono al dovere di informare e a un dibattito approfondito. Uno studio di impatto ambientale non dovrebbe essere successivo all’elaborazione di un progetto produttivo […]. Va inserito fin dall’inizio e deve essere elaborato in modo trasparente e indipendente da ogni pressione economica o politica […] e deve essere connessa con l’analisi dei possibili effetti sulla salute fisica e mentale delle persone […]. È sempre necessario acquisire consenso tra i vari attori sociali […]. Ma nel dibattito devono avere posto privilegiato gli abitanti del luogo… che possono tenere in considerazione le finalità che trascendono l’interesse economico immediato.
Ma non è questo proprio l’esatto contrario di quello che si sta facendo a Orio al Serio? Le prescrizioni previste dalla autorizzazione ministeriale allo sviluppo dell’aeroporto sono ferme dal 2003, mentre l’aeroporto si sta sviluppando oltre il doppio dei limiti previsti, coinvolgendo una popolazione più del doppio di quella prevista. Lo sviluppo è al momento ABUSIVO poiché aldilà di quanto autorizzato dalle procedure di Valutazione Ambientale (abbiamo già raggiunto oggi quello previsto nel 2030!); eppure la legge è ben chiara sul fatto che queste Valutazioni ambientali debbano PRECEDERE lo sviluppo di un progetto. PRECEDERE, PRECEDERE, PRECEDERE, il senso di questo verbo non è interpretabile. E intanto la richiesta di moratoria (ovvero interruzione) dello sviluppo dell’aeroporto (tesa a accordare lo stesso ai dati del 2015), sebbene sottoscritta da TUTTI i Sindaci dei Comuni interessati, è rimasta nei cassetti di Provincia e Comune di Bergamo. Lettera morta nei palazzi del governo, nelle mani di Amministrazioni tese esclusivamente a difendere il ‘business’ di pochissimi a scapito dell’ambiente e della salute pubblica.
– (182) La partecipazione richiede che tutti siano adeguatamente informati sui diversi aspetti e sui vari rischi e possibilità, e non si riduce alla decisione iniziale su un progetto ma implica anche azioni di controllo e monitoraggio costante. C’è bisogno di sincerità e verità nelle discussioni scientifiche e politiche, senza limitarsi a considerare che cosa sia permesso o meno della legislazione.
Eppure a Orio al Serio non c’è alcuna trasparenza neppure sui controlli. I dati vengono forniti in modo riassuntivo e con enormi ritardi. Ad oggi non è ancora stato pubblicato il report delle centraline di rilevazione del rumore gestite da SACBO relativamente ai mesi di settembre e ottobre; intanto, la richiesta di installazione di centraline mobili che rilevino il rumore nei quartieri dove sono state spostate le rotte (Malpensata, San Tomaso, Villaggio degli Sposi) sono ancora lettera morta. Mancano poi le rilevazioni specifiche sui rumori notturni e sui quelli prodotti a terra (rullaggi e riverse, ad esempio) e, in generale, SACBO si rifiuta di fornire dati di dettaglio.
– (184) Quando compaiono eventuali rischi per l’ambiente che interessano il bene comune presente e futuro, questa situazione richiede che le decisioni siano basate su un confronto tra rischi e benefici ipotizzabili per ogni possibile scelta alternativa. Questo vale soprattutto se un progetto può causare un incremento […]. Nelle emissioni oppure un mutamento significativo […] in uno spazio pubblico. Progetti che possono intaccare profondamente la qualità della vita di un luogo […] come ad esempio un inquinamento acustico.
Insomma tutto quello che NON sta avvenendo ad Orio al Serio e Bergamo, dove invece si assiste a un peggioramento notevole della qualità della vita di centinaia di migliaia di persone, con valori di inquinamento acustico di tre volte superiori a quelli previsti per legge per le abitazioni e fino a venti volte superiori per gli ‘edifici sensibili’ (ospedali, case di riposo, scuole, parchi, ad esempio). Non è un caso che molte voci mettano in guardia sulla perdita di valore degli immobili residenziali in corso. Non sarebbe ora di considerare le effettive ricadute ambientali e sociali di questo sviluppo aeroportuale selvaggio? Che si tratti di uno sviluppo abusivo e al di sopra della legge è un dato incontrovertibile, eppure le Amministrazioni comunale, provinciale e regionale sembrano non vedere, come è possibile? E come è possibile che la questione della salute pubblica non sia all’ordine del giorno in un’area che, anche senza aeroporto, è già la più inquinata dell’Unione Europea? Forse la classe dirigente locale non è al corrente, o finge di non sapere, che nella Dichiarazione di Rio del 1992 (citata nell’enciclica papale di cui sopra) si dice espressamente che «laddove vi sono minacce di danni gravi o irreversibili, la mancanza di piene certezze scientifiche non potrà costituire un motivo per ritardare l’adozione di misure efficaci». Questo principio di precauzione fu pensato a tutela delle fasce più deboli, che dispongono di pochi mezzi per difendersi e per procurare prove irrefutabili dell’impatto dello sviluppo economico sulla loro salute. Quello che la dichiarazione dispone e che è lecito chiedere nel caso dell’Aeroporto Internazionale Caravaggio è che l’onere della prova sia invertito: in questi casi, spetta a SACBO e agli attori pubblici coinvolti procurare una dimostrazione oggettiva e decisiva che l’attività proposta non cagioni danni gravi all’ambiente o a quanti lo abitano – che, nel caso specifico, è nulla più che la scoperta dell’acqua calda.
Insomma, nella cristianissima Bergamo vale la pena rammentare le parole inequivocabili dell’Enciclica di Papa Francesco. Eccome se ne vale la pena, specie in un periodo dell’anno in cui le persone sono tutte più buone e un pizzico più cristiane. Chissà che non possa scuotere le coscienze devote dei cristiani che popolano trasversalmente i vari consigli comunali del territorio su cui grava l’aeroporto e, perché no, anche della redazione de L’Eco di Bergamo e della Curia che ne è proprietaria e garante spirituale.
Buon Natale e buone feste, fino all’Epifania (aerei, aeroporto e inquinamento dell’aria permettendo, si intende)