La stampa cittadina solo qualche giorno fa informava che, malgrado la drammatica accelerazione della pandemia da COVID19, tutti gli aeroporti sarebbero rimasti aperti. E così è stato, anche dopo l’introduzione delle ultime e più severe restrizioni. Che gli aerei decollino (e inquinino) vuoti, dunque, purché continuino a decollare e a incassare denaro sonante. [continua].
L’aeroporto Caravaggio a Orio al Serio non fa eccezione, e gli aerei infatti si sentono volare sopra la nostra testa incessantemente. Eppure, come osserva ancora la stampa locale, l’aeroporto è pressoché deserto. Nel pieno dell’emergenza Coronavirus, il governo ha deciso di fare della Lombardia e dell’intero paese una grande Zona Rossa, bloccando tutto, ma mantenendo l’operatività degli aeroporti, senza minimamente porsi il problema se questo fosse di giovamento o meno per il territorio e la salute pubblica, senza contemplare controlli di sorta per le persone in transito e senza alcuna contezza dei rischi di contagio per chi parte verso altre destinazioni europee.
E anche se le persone che ancora continuano a volare sono fortunatamente in numero assai ridimensionato, gli aerei continuano a volare e inquinare la nostra aria, anche se vuoti o semi vuoti. Su sessantotto voli in programma nel pomeriggio di oggi ne sono stati annullati solo otto. Cinquantotto sono quelli che avrebbero volato semivuoti o vuoti. Perché, direte voi? Perché prenotazioni e costo dei biglietti sono già stati incamerati dalle compagnie aeree, poco importa se i passeggeri e le passeggere sale a bordo o meno. Meglio inquinare a vuoto che rimborsare il denaro già incassato. D’altra parte, in assenza di regole chiare e interventi restrittivi o di tutela per chi avrebbe dovuto viaggiare da parte del governo, le compagnie aeree fanno quanto più per loro conveniente.
E le Amministrazioni locali? Non pervenute. Solo inviti a stare a casa, eccetto se si deve prendere un aereo o lavorare presso l’aeroporto. Che senso ha chiudere le scuole per impedire il contagio se gli aeroporti restano aperti? Quali rischi per chi viaggia e chi lavora? Tutte domande ovvie, che lettori e lettrici hanno posto alla stampa cittadina anche attraverso i commenti agli articoli dei quotidiani on line, commenti però sistematicamente rimossi come inappropriati. Ryanair, intanto, ha completato i voli già programmati e poi ha chiuso i battenti temporaneamente: non conveniva più, evidentemente. Le compagnie aree, d’altra parte, i loro interessi sanno tutelarli. Forse le Amministrazioni locali, nel gestire il bene comune, avrebbero qualcosa da imparare. Al momento c’è rimasto l’inquinamento acustico e dell’aria, ma dov’è quel turismo per cui si diceva tali esternalità erano un sacrificio ben compensato?